Percorso a cura di Rocco Melegari
L’idea di Unione Europea non nasce dopo la guerra. Già alla fine della Grande Guerra erano stati diversi gli intellettuali e gli esponenti politici del vecchio continente che misero sul tavolo la necessità, per gli Stati, di organizzarsi unitariamente onde evitare che catastrofi come quella che era appena terminata si ripetessero.
Le ideologie politiche principali che nacquero dopo il 1918 in Europa erano spesso portatrici di idee che riguardavano anche la pianificazione di una Europa nuova, che rispecchiasse maggiormente valori e idee proprie di quelle stesse ideologie.
Ciò vale, naturalmente, anche per il Fascismo e il Nazionalsocialismo. L’imperialismo, la politica di potenza, l’espansionismo, l’aspirazione al dominio politico, economico e sociale di interi territori nel continente erano strumenti non solo per ridisegnare i confini dell’Europa e per darle nuovi prìncipi, ma anche per fondarla su nuovi princìpi.
Nel corso del viaggio in questa mappa, si avrà il modo di osservare come il Fascismo e il Nazionalsocialismo avessero in mente un chiaro progetto di Europa. Progetto che si stava mettendo in pratica grazie alle opportunità messe in gioco dalla Seconda guerra mondiale.
Un’Europa fondata su «libertà», «pace», «eroismo» e «solidarietà». Parole familiari ai cittadini del XXI secolo. Ma svuotate completamente del significato di cui si è soliti riempirle: la libertà che i popoli superiori, ariani, si sono conquistati combattendo contro le razze inferiori; la pace conquistata in seguito alla guerra combattuta contro le demo-plutocrazie, strumenti dell’inganno giudaico-massonico; dell’eroismo dei grandi patrioti pronti a sacrificarsi per la Patria e per il Popolo contro i crudeli nemici bolscevichi; la solidarietà tra le nazioni un tempo sfruttate dall’ingiustizia di false ideologie politiche e da popoli stranieri e a cui, ora, la Natura (come sottolineava l’ideologia nazista) aveva dato il diritto di conquistare e governare il mondo perché superiori a tutti gli altri.
L’Europa Unita che l’Asse stava tentando di costruire con la guerra era fondata su cardini precisi, tra i quali:
- Egemonia politica tedesca;
- Gerarchia delle razze e predominio degli ariani;
- Cancellazione degli ebrei e di tutti coloro che non appartenevano alla Comunità di popolo nazionalsocialista;
- Gestione economica europea in chiave tedesca (es. Polonia, Ucraina).
In questo senso va letto il Patto Tripartito (siglato il 27 settembre 1940 tra Germania, Italia e Giappone). I tre Paesi firmatari si impegnavano perché fosse garantita ad ogni nazione «quel posto che a ciascuna spetta». Avrebbero combattuto con l’obiettivo «di stabilire e di mantenere un nuovo ordine di cose inteso a promuovere la reciproca prosperità e il benessere dei popoli interessati. È inoltre desiderio dei tre governi di estendere tale cooperazione a quelle nazioni, in altre sfere del mondo, che siano disposte ad adoperarsi, seguendo direttive simili alle loro, affinché possano così essere realizzate le aspirazioni fondamentali per una pace mondiale» (Casali L., Fascismi. Partito, società e stato nei documenti del fascismo, del nazionalsocialismo e del franchismo, CLUEB, Bologna, 1995, pp. 263-264).